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 Come si pratica l' agopuntura

 

L'agopuntura agisce stimolando i "nervi". Ma una regola fondamentale vuole che si debba sempre evitare la puntura di una terminazione nervosa, pena quella di provocare un vivo dolore, nonché l'irritazione infiammatoria dei nervi stessi. 
L'agopuntura e le tecniche ad essa affini utilizzano la stimolazione di punti energeticamente attivi della superficie corporea per agire su molteplici disturbi, siano essi ad origine più superficiale (pelle, muscoli), oppure più profonda (organi interni). Mentre l'agopuntura è una tecnica medica e come tale va applicata da medici adeguatamente preparati, altre modalità di stimolazione dei punti possono rivelarsi sorprendentemente efficaci nella loro semplicità. E' il caso del massaggio o del micromassaggio e dell'applicazione di calore (in genere con l'uso di un sigaro di moxa). Non è impossibile risolvere, per esempio, un blocco lombare o un torcicollo acuto trattando con questi mezzi i punti energetici appropriati.

 

 

L' agopuntura in pratica

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L’agopuntura utilizza l’ago. L'ago non è uno strumento qualsiasi o, quanto meno, uno "spillo", come il suo nome potrebbe farci pensare. Gli aghi usati si compongono di un corpo e di un manico.Il corpo è una bacchetta di acciaio extraduro elastico, molto sottile (30/40 millimetri di diametro e con punta affilata. Il manico è costituito da un avvolgimento  L'ago non è uno strumento qualsiasi o, quanto meno, uno "spillo", come il suo nome potrebbe farci pensare. Gli aghi usati  in agopuntura si compongono di un corpo e di un manico. Il corpo è una bacchetta di acciaio extraduro elastico, molto sottile (30/40 millimetri di diametro e con punta affilata. Il manico è costituito da un avvolgimento di filo metallico saldato, che ricopre la metà della lunghezza totale del corpo. Quindi, in un ago di 8 centimetri, circa 4 centimetri sono ricoperti dal manico. Si usano correntemente fili di ottone, rame, materiali argentati, ma sempre diversi dall'acciaio, che è invece la parte che penetra effettivamente nel corpo. E' molto importante precisare che il materiale del manico può essere di qualsiasi tipo. "foto

Uno strumento siffatto obbedisce a diverse leggi fisiche, prima tra tutte il bimetallismo. Sappiamo dalla fisica che due metalli diversi accoppiati generano un passaggio di corrente: questo è il principio sul quale funziona ogni tipo di batteria! L'ago può essere quindi considerato come un elettrodo, nel quale si possono misurare correnti di alcuni nanoampere, proprio per l'esistenza di due metalli diversi accoppiati.

Un altro effetto è quello termico. Infatti, se si infigge l'ago nella pelle, la parte che rimane all'esterno del corpo è sempre più fredda (20 gradi in media) di quella che si trova all'interno (cioè a 37 gradi circa).   Questa differenza di temperatura fa sì che il calore passi verso la parte più fredda, cioè verso il manico (è il principio fisico della propagazione del calore).Dopo un certo tempo, il calore tende a ripartirsi uniformemente in maniera tale che, tra punta e manico, non esista più alcuna differenza di temperatura e quindi si arresta il passaggio di calore verso l'esterno. La serpentina formata dal filo di metallo avvolto del manico si comporta però come un vero e proprio "radiatore": essa aumenta la superficie di scambio con l'aria e mantiene il manico costantemente più freddo della punta, cosicché l'effetto termico può prolungarsi nel tempo! Dunque: effetto elettrico ed effetto termico, solo per citare i due più importanti, ma non i soli.

Se è vero che il numero delle medicine prescritte deve essere limitato al minimo essenziale, è però assurdo stabilire a priori un numero massimo valido per ciascuna patologia.Tutto dipende dalla complessità del caso specifico, oltre che dalla esperienza e dalla capacità del medico. Lo stesso dicasi per l'agopuntura, dove una patologia può richiedere tre, dieci o trenta aghi.Certamente un medico di esperienza è anche più "sicuro" e quindi utilizzerà un minor numero di aghi rispetto ad una stessa situazione affrontata da un agopuntore più giovane. Ma ciò non vuol dire che quest'ultimo non possa svolgere un ottimo programma terapeutico, anche se con più aghi.Esiste comunque una logica per la utilizzazione dei punti. Senza entrare nei dettagli, diciamo che nella scelta della terapia si obbedisce a più sistemi e combinazioni secondo un sistema binario a base tre.Si stabilisce in tal modo un procedimento terapeutico organizzato dalla associazione di punti in triplette logiche.In base a ciò è possibile enunciare in maniera generale questa regola: 

-un ago: effetto nullo o scarso 

- due aghi: azione possibile ma limitata 

- tre aghi: azione logica e teoricamente completa. 

 

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Una domanda, parlando di aghi, sorge spontanea: gli aghi fanno male? La risposta è no, ma è a causa di questo dubbio che molte persone temono l'agopuntura. Infatti nella nostra mente si associa spesso l'idea dell'ago con quella delle terribili siringhe che ci hanno turbato i ricordi dell'infanzia.   E' sufficiente a volte che qualche persona di nostra fiducia, avendola sperimentata, ci rassicuri per farci trovare il coraggio necessario  Che cosa si avverte effettivamente quando si viene punti? In genere la sensazione che i pazienti riferiscono è quella di un leggero "graffio", solo nell'attimo (la frazione di secondo) in cui l'ago penetra i primi millimetri di pelle.

L'uso degli aghi, come per tutti gli strumenti "chirurgici", necessita di specifiche metodiche di sterilizzazione. 

Diciamo però che esiste una sostanziale differenza tra l'ago delle siringhe e quello usato in agopuntura. Il primo è una cannula vuota, che fa passare il liquido dalla siringa dentro il corpo ma, allo stesso tempo, aspira spesso del sangue che si deposita all'interno dell'ago. Questa è la ragione per la quale ormai, da anni, gli aghi da siringa si gettano dopo l'uso. 

L'ago dell'agopuntura è pieno, cioè non aspira nulla al suo interno, e quindi non raccoglie liquidi o sangue. Pertanto è uno strumento molto facile da sterilizzarsi. 

Una volta utilizzato, l'ago viene lavato e poi trattato a calore secco o in autoclave, senza alcun problema<

L'agopuntura deve essere esercitata da un medico, offrendosi come uno dei tanti metodi e strumenti terapeutici da applicare in alternativa o a completamento di altri presidii della moderna medicina. Nel corso del trattamento, o indi­pendentemente da esso, i fenomeni patologici possono essere affrontati con supporti di terapie a carattere chimico (sia omeopatico che classico) e naturale (fitoterapia).

Il ciclo delle sedute viene ipotizzato dal medico, ma non deve protrarsi oltre un certo limite. E’ molto importante che i trattamenti non siano troppo ravvicinati.  La frequenza migliore è di una seduta la settimana, qualche volta anche ogni quindici giorni (a seconda delle patologie).  

Effettuare trattamenti troppo ravvicinati può significare un arresto del miglioramento se non un’accentuazione del  disturbo.  

In genere con un arco di 8‑12 sedute la patologia cronica viene efficacemente superata. L’agopuntura, il più delle volte, si rivela una terapia lenta ma con effetti benefici più duraturi che in altre; l’importante è che dopo le prime sedute, si avveri una modificazione o di attenuazione o anche di peggioramento dei sintomi (il paziente non dovrà in tal caso perdersi d’animo) ambedue segnali di una risposta in corso da parte dell’organismo. I fallimenti sono statisticamente inferiori ai suc­cessi, purché si resti nel campo riconosciuto di efficacia.

L'agopuntura è, come ogni altra terapia, soggetta a suc­cessi e fallimenti e soprattutto subisce variazioni secondo la risposta dei diversi organismi. Non è quindi la panacea per tutti i mali: come per ogni trattamento terapeutico, ne vanno rispettati i confini. Il suo enorme vantaggio risiede nell'attrezzare l'organismo a difendersi da solo e a supera­re, mediante le sue stesse risorse, la patologia in questione